L’intenzione di destrutturare, avvilire e denigrare l’identità del calcio Italiano, della sua scuola tecnica, delle radici che lo hanno portato a diventare tra i primi al mondo è ormai nota a tutti.
Alcuni riescono a mascherarla con convinzioni filosofiche, altri si divertono a europizzare le teorie calcistiche, altri ancora ci allietano le giornate televisive e social con sermoni esterofili di pregevole fattura sintattica ma pochi contenuti validi.
Per fortuna (o sfortuna per chi è tifoso come me) la Lazio di Simone Inzaghi ci sta ricordando che il Calcio Italiano è vivo e lotta insieme a noi.
Una squadra che incarna perfettamente lo spirito e la natura della nostra penisola e che traccia un’identità forte non scendendo a patti con politiche di formazione che prevedono un gioco circolare, condiviso e offensivo.
La Lazio è principalmente oggi una squadra solida, veloce e intelligente.
Non gestisce il pallone ma la gara, non copre ma attacca il campo, non subisce ma riparte, ma soprattutto, cosa da non sottavalutare, sa difendere e opera una fase di transizione a dir poco perfetta.
Nei momenti di grande entusiasmo tutto riesce alla meraviglia ma i biancocelesti lo fanno già da tempo in totale controtendenza al pensiero unico comune, anche quando nei risultati le cose non andavano come ci si aspettasse.
La Squadra di Inzaghi sa stringersi come fa una Squadra con la S maiuscola, spinta dalla personalità e dalle qualità di giocatori posizionati al punto giusto nel momento giusto.
Giocatori che presi singolarmente probabilmente i più non sceglierebbero (ad eccetto di Milinkovic Savic e Leiva) ma che insieme costituiscono il segreto di una macchina funzionale e probabilmente vincente.
La Lazio quasi certamente non vincerà lo Scudetto ma alcune fasi, alcune partite, diverse gestioni di momenti di gara andrebbero riproposte ai Corsi di Formazione Tecnica per efficienza ed efficacia, due qualità che superano di gran lunga il possesso palla, la partecipazione collettiva ed il gioco offensivo che parte dal portiere.
Efficacia ed efficienza si commisurano con le reali caratteristiche e condizione dei giocatori presenti in rosa in relazione alla squadra avversaria, una gestione meticolosa dei ritmi ed una scelta attenta del lavoro settimanale.
Inzaghi ed i suoi collaboratori lo stanno facendo e gliene va dato merito, in un contesto in cui la “simpatia globale” non è proprio dalla loro parte.
Detto questo su una cosa i Filosofi attuali hanno ragione però, il Calcio è di tutti.
Ecco cerchiamo di farlo rimanere tale.
Degli Olandesi, degli Spagnoli, dei Tedeschi e sicuramente anche e soprattutto degli Italiani che vogliono restare tali.
Di Tutti.