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Gigi Riva: l’eco di un calcio perduto

Tra Romanticismo e Miracolo, il Ritorno alle Radici del Gioco Puro

Gigi Riva incarna in tutto quello che dovrebbe essere e non c’è più.

Rappresenta Romanticismo e Illuminismo, epoche che sembrano lontane anni luce da quella attuale.

Rappresenta il sogno di chi non può arrivare e arriva primo senza proclami, pubblicità, riflettori, grida e palcoscenici.

Rappresenta il miracolo Italiano, la normalità che diventa protagonista attraverso il lavoro, la determinazione, la forza.

Riva è Personalità, Educazione, Potenza.

Basterebbero queste tre parole per descrivere un giocatore di calcio che poteva essere ed è stato molto di più, l’esempio da portare alle scuole calcio di ogni epoca ma soprattutto quelle future.

Mi hanno sempre detto “Riva era un giocatore moderno in un calcio antico” e come tutti quelli che hanno scelto di identificarsi in un territorio ha pagato lo scotto di non essere idolatrato dal Calcio.

Perché il Calcio santifica chi gli dedica tutto, invidia e mette in ombra chi mette le dinamiche del Calcio in secondo piano e si fa portavoce di qualcosa di diverso.

Lui ha scelto la Sardegna e la Sardegna ha scelto Lui.

Si sono amati in silenzio e con i fatti, senza particolari dichiarazioni d’amore, l’uno ha reso unico l’altro proprio come un Rombo di Tuono, che non è mai lo stesso, che non è mai uguale, che è figlio di un’onda d’urto.

Quella che si provocava dopo ogni sua azione o tiro in porta, quella che doveva subire nello scontro con difensori che tracciavano la linea e gli susssuravano “se la oltre passi sei finito”.

Quando penso a Gigi Riva penso ad un calcio italiano che non c’è più. Un calcio della gente, un calcio verace e scorretto, un calcio che sapeva estraniarsi dalle vicissitudini politiche e sapeva unire nello sfottò.

Un calcio popolare, delle piazze, dei giornali e dei bar.

Un calcio in bianco e nero ma pieno di colori, che entrava nelle scuole senza TV, che era delle persone senza sponsor.

Un calcio lento e poco spettacolare ma dagli stadi pieni e la partecipazione attiva, un calcio che ci ha lasciato in eredità più Uomini che Calciatori, proprio come Gigi Riva.

Un Calciatore che ha scelto da Uomo e non il contrario.

Articolo scritto da Matteo Schiavone

Maturità scientifica, centrocampista non sufficientemente abile per fare il professionista con continuità, laureato in Scienze Motorie e specializzato in Management dello sport, Allenatore di Calcio e Calcio a 5 (Futsal ci piace di più) dal 2007, appassionato di Storia, Musica e Cinema con scarse attitudini allo studio ma spiccate inclinazioni alla curiosità.

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