Il Calcio è uno sport semplice.
Probabilmente il più semplice. Ed il fascino si esplica proprio attraverso questa semplicità.
L’essenza è perfettamente rappresentata dall’accessibilità e dal numero ristretto e concreto di regole che permettono a tutti, dico tutti, di poter giocare e ambire.
È lo sport più praticato e amato al mondo perché è nato snellendo la struttura del suo genitore (il rugby), si è dato il numero giusto di partecipanti che gli consentisse l’equa distribuzione delle responsabilità in rapporto alle dimensione del campo, ha consentito a chiunque di poter partecipare in relazione alle proprie caratteristiche fisiche.
Voi direte, la scoperta dell’acqua calda.
No, l’acqua calda è il segreto maximo di questa disciplina.
Ed uno Sport che ha nel suo codice genetico l’accessibilità, la semplicità, la partecipazione e l’inclusione è spettacolare già nella definizione di se stesso.
Questo preambolo serve a configurare i criteri attuali che descrivono il significato di Spettacolo a tutto tondo nel quale si sono strutturate politiche d’interesse volte verso una rincorsa continua della novità come elemento basilare dell’offerta legata al calcio, fuori e dentro il campo.
Spettacolo in campo oggi vuol dire attaccare, proporre una fase offensiva densa e tambureggiante, pressare nella meta campo avversaria e non cedere sulla lettura dell’avversario.
Spettacolo in campo oggi vuol dire realizzare goal a grappoli mistificando l’obiettivo con il divertimento.
Spettacolo in campo oggi vuol dire difendere senza difensori e tutelare l’avversario migliore.
Spettacolo in campo oggi vuol dire difendere a zona sui calci d’angolo e negare l’evidenza che chi fa goal non è il pallone ma l’Uomo.
Spettacolo in campo oggi vuol dire giocare in punta di piedi.
Spettacolo in campo oggi vuol dire avere una solo identità, quella globale.
Tutto questo correlato al significato dello spettacolo fuori dove il folclore diventa il nemico, i decibel corretti arrivano dagli applausi e la partecipazione passionale si presenta come maleducazione.
Spettacolo fuori oggi vuol dire spezzatino degli orari e più televisione, mondo virtuale preferito a quello reale, stadi sempre più confortevoli e vicini ma sempre più lontani nel coinvolgimento.
Spettacolo fuori dal campo oggi vuol dire rincorrere la notizia e darne poche, sfruttare le lavagne tattiche per dire cosa si fa bene e non cosa c’è da migliorare, tenere i riflettori sempre accesi anche quando andrebbero spenti.
Spettacolo fuori dal campo è il nome e non il numero, il retro e non il fronte.
Spettacolo fuori dal campo oggi vuol dire annullare le identità.
Al Calcio, a quell’uomo descritto prima, serviva tutto questo? A Lui serviva aumentare audience? Allo sport più praticato al mondo?
Serviva modificare la sua migliore rappresentazione e metterla al servizio dei tempi? Il Calcio non aveva necessità ne di vendersi tantomeno di svendersi, non chi ha nel suo DNA il fascino e l’attrattività.
Doveva sfruttare l’occasione per rendersi ancora più fruibile ma non tradire chi lo segue e lo pratica, essere regista delle piccole modifiche contando sul potere dei numeri e non vendere i numeri per ottenere potere.
E qualcosa che è spettacolare dalla nascita non ha necessità di metterlo al passo con i tempi, ha solo bisogno di vestirsi bene e meglio.
Il Calcio è un Uomo bello, affascinante, presuntuoso, sicuro di se. Porta abiti non molto eleganti, ma sa stare in ogni contesto, lo vogliono e lo invidiano tutti ma è soggetto a qualsiasi critica e strumentalizzazione per i suoi comportamenti, dai più stupidi ai più importanti.
Un uomo con un’identità forte, delineata ed amata che piace a prescindere dal contesto temporale, che attrae nonostante tutto.
Gli ultimi 20 anni ci hanno regalato un Uomo più bello e curato, più divo e sensuale, ma decisamente meno affettuoso e popolare. Ha pensato di internazionalizzarsi non sapendo che lo aveva già fatto sin dal primo momento, ha amato la donna del momento pensando che le fosse fedele, sapendo di essere tradito alla prima occasione.
Un Uomo sciocco e presuntuoso che ha rinnegato le identità e le origini dimenticando di venire dal basso. Un Uomo che rappresenta qualcosa, e non solo qualcuno, si porta dietro la responsabilità di essere d’esempio e di restare a disposizione di chi ha voglia di farne parte.
Questo lo ha reso ancora più seguito ma meno fidelizzato, più invidiato ma meno amato.
In nome del Giusto ed a discapito della Passione.