Eliud Kipchoge ci ha dato la conferma che i Supereroi esistono, anche nello sport.
Esistono ed hanno diversi poteri, proprio come quelli dei fumetti e non per forza devono arrivare da un’altro pianeta.
L’importante è che sappiano stupire, far sognare, spostare i limiti, rendere possibile quello che per tutti può apparire impossibile.
E non solo i bambini, ma soprattutto i grandi con le loro disillusioni e critiche, con la loro poca partecipazione e lo scetticismo generato dall’esperienza.
Ci sono supereroi che riescono a stupirci sorridendo mentre tagliano il traguardo, rendendo normale un gesto sovrannaturale, avvicinando lo sfiduciato verso il raggiungimento di un obiettivo.
Stan Lee affermava che:
“Se stai creando un personaggio e non lo rendi vulnerabile, ai lettori non piacerà, nemmeno se ha dei super-poteri.”
Chi meglio di un supereroe sportivo è vulnerabile? Lotta, sbaglia, stenta, perde, prima di riuscire, superare, arrivare, vincere.
Ciò che lo definisce supereroe non è il gesto ma i percorsi che lo rendono vincente e la loro continuità.
E le doti non sono innate.
Lo sportivo diventa un Supereroe
Lo Sportivo diventa un Supereroe, ed è questa la caratteristica eccezionale. Lo fa attraverso la costruzione del suo personaggio che deriva da impegno, dedizione, determinazione, forza e gestione del talento che riescono ad esprimersi ciclicamente nonostante l’avanzare degli anni.
Questi Supereroi non combattono solo i loro avversari o i loro limiti, ma sfidano il tempo, il suo lento scorrere ed il suo veloce andamento, sfidano gli anni che li rendono sempre più, appunto, vulnerabili.
E allora si accavallano le imprese, i segreti, le sfide, le sconfitte e le incredibili vittorie.
Eliud Kipchoge è solo l’ultimo di una lista di Super Umani che non hanno scritto la storia dello sport ma l’hanno resa magica, affascinante, coinvolgente e attraente. Una di quelle storie che avresti voglia di raccontare a tua figlia prima di andare a dormire, una di quelle storie che ogni volta che finisci di leggerla, chiudi le pagine, alzi gli occhi al cielo, stringi le spalle e pensi: “Ma come ha fatto?”
Ce ne sono tanti che sono sotto gli occhi di tutti, alcuni che nessuno conosce ma che sono stati capaci di superare se stessi, gli altri, i limiti umani ed hanno posizionato i record in una dimensione extraterrestre, rendendoli non più invalicabili ma vulnerabili, proprio come loro.
Storie di supereroi sportivi
Sapete chi è Oksana Chusovitina? una ginnasta di origine Uzbeka, madre di un figlio maggiorenne, che si è qualificata per la sua ottava olimpiade a 44 anni, in uno degli sport meno longevi e nel quale il fisico viene sollecitato più precocemente.
Armin Zöggeler, con lo slittino ha monopolizzato per anni una disciplina tecnicamente difficilissima e nella quale la preparazione fisica e psicologica sono necessarie e portate al limite. 6 Titoli del Mondo e 6 Medaglie Olimpiche, parlano da sole.
Josefa Idem, la canoista italo-tedesca è l’atleta femminile con più giochi olimpici disputati in assoluto (alla quale si aggiungerà anche la Chusovitina dopo Tokyo 2020). Il simbolo di costanza e determinazione, un punto di riferimento per lo sport femminile e non solo.
Scommetto che pochi conoscono il loro volto e le loro gesta, e sono solo 3 di tanti supereroi che agiscono alla luce del sole e che non vengono valutati come tali.
Sono 3 storie di Umani che sono diventati Super, sono la rappresentazione vivente che lo Sport da raccontare e da ricordare serve a quello ancora da scrivere.